A 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi, rivediamo insieme i passaggi che hanno portato un ragazzo bolognese ad essere conosciuto e stimato in tutto il mondo, piazzando le basi per tutte le tecnologie senza fili che ci circondano oggi.
La vita di Marconi in breve

La nostra storia ha inizio a Praduro, un paese tra le colline bolognesi, dove si era da poco stabilita la famiglia Marconi. Era la tarda estate o l’inizio dell’autunno del 1895 (la data esatta non è certa). Dopo una serie di esperimenti condotti all’interno della casa, durante i quali il giovane Guglielmo riusciva a far suonare un campanello posto all’altro lato della stanza semplicemente premendo un tasto telegrafico su un bancone, decise di tentare qualcosa di più ambizioso: aumentare il raggio d’azione del suo sistema.

Costruisce un trasmettitore e un ricevitore in una stanza del sottotetto — la celebre “stanza dei bachi” — e, dopo innumerevoli prove e perfezionamenti, decide di portare l’intero sistema all’esterno. Come antenna utilizza un palo con alcuni oggetti metallici (come mostrato nella ricostruzione nella foto sopra), mentre un collaboratore si allontana progressivamente con il ricevitore, fino a lanciare una vera e propria sfida: superare la collina dei Celestini.

Cosa rappresenta l’esperimento della collina? È il test cruciale per verificare se questo sistema primordiale di comunicazione senza fili possa funzionare anche oltre la portata ottica. L’esperimento ha successo: in lontananza, Guglielmo sente un colpo di fucile — un segnale leggendario, forse romanzato, ma all’epoca una delle poche alternative pratiche per comunicare a distanza, in attesa che il collaboratore tornasse alla villa per confermare il risultato.

Alla fine del 1895, Marconi ha 21 anni. Forte della situazione familiare favorevole — la madre, di origine irlandese, aveva numerosi contatti nel Regno Unito — decide di trasferirsi in Inghilterra. Arriva a Londra nel luglio del 1896 e, nel giro di un anno e mezzo, realizza tre passi fondamentali: brevetta la sua invenzione, la presenta ai ministeri competenti e trova i finanziatori per fondare la prima industria nel settore delle comunicazioni wireless. La società nasce a Londra nel luglio del 1897, segnando l’inizio di una carriera lunga esattamente quarant’anni: Marconi morirà infatti a Roma nel luglio del 1937.
Durante quella carriera compì numerose imprese, ma forse la sua caratteristica più distintiva fu questa: per tutta la vita, Marconi fu insieme inventore e imprenditore.

Non si può davvero capire chi fosse Marconi, né apprezzare il suo contributo, se non si considerano insieme le due anime che lo definivano: l’inventore e l’imprenditore. È questa duplice natura che lo rende uno dei primi grandi innovatori dell’epoca delle moderne telecomunicazioni.
Alla sua morte, nel 1937, si decise di costruire un mausoleo proprio nel luogo dove tutto era cominciato: la villa Griffone, a Praduro. Il mausoleo fu realizzato sul lato opposto della villa, nella parte bassa della proprietà. La salma di Marconi fu trasportata lì nel 1941. Nel frattempo, villa Griffone era già stata dichiarata monumento nazionale, a riconoscimento del suo immenso valore storico e simbolico.
L’arrivo a Londra e il successo

Questa foto, famosissima, ha il grande merito di mostrarci Marconi agli inizi della sua carriera. Venne pubblicata insieme alla sua prima intervista a Londra, un momento cruciale della sua vita. Infatti, nel giro di un anno e mezzo dal suo arrivo a Londra, Guglielmo brevetta la sua invenzione, la presenta ai ministeri competenti, promuove con grande entusiasmo la sua scoperta e, infine, fonda la sua compagnia.
A quel punto, Marconi si dedica anima e corpo alla sua compagnia con un obiettivo chiaro: migliorare la sua invenzione. C’era ancora moltissimo da fare, ma lui aveva una direzione precisa in mente: aumentare la portata delle comunicazioni wireless. Il suo successo, infatti, non fu solo frutto di intuizione, ma anche di un duro lavoro, di continua sperimentazione e di enormi investimenti — sia suoi che della compagnia — supportati da un team di ottimi collaboratori.

Tutto questo impegno porta a un’accelerazione clamorosa. Nel 1901, Marconi si pone l’obiettivo di inviare e ricevere il primo segnale radio che superasse l’oceano Atlantico. Un’impresa che segnerà la sua vita. Da Terra Nova, riesce a ricevere il primo segnale radio che ha attraversato l’Atlantico. Pochi giorni dopo, il New York Times annuncia che “Mr. Marconi aveva compiuto la più grande conquista scientifica dei tempi recenti”. È il momento in cui il suo business diventa veramente grande.
Quella fu una sfida alle conoscenze scientifiche dell’epoca: la teoria sosteneva che fosse impossibile. Durante l’esperimento, inoltre, una violenta tempesta distrugge le antenne di entrambe le stazioni. Quelle in Cornovaglia vengono ricostruite, ma a Terra Nova Marconi si inventa un piano B: un cervo volante (ovvero un “aquilone”) che innalza l’antenna a 120-130 metri di altezza. Fu proprio questa antenna a ricevere il segnale che aveva attraversato l’Atlantico, un’impresa straordinaria che consacra Marconi come una star internazionale.

Da quel giorno inizia a diventare una persona conosciuta in tutto il mondo, tanto che gli viene dedicata una vignetta (vedi sopra) che lo ritrae come un ragazzo intento a tagliare i fili del telegrafo per sostituirli con la sua tecnologia “senza fili”.
La stampa lo comincia a celebrare non ancora trentenne perché, come diremmo oggi, siamo nel momento in cui è nato il “wireless”.

Un altro settore che diventerà cruciale per il business della compagnia Marconi è quello marittimo, grazie all’applicazione del wireless. Il sistema di comunicazione Marconi provoca una vera e propria rivoluzione, e cosa significa questo? Fino a quel momento, le navi erano completamente isolate in mare aperto, con tragedie che si verificavano senza possibilità di soccorso. Grazie all’applicazione del wireless, questa situazione comincia finalmente a cambiare, permettendo salvataggi leggendari di vite umane in mare.
Ricordiamo due momenti celebri: nel 1909, quando il telegrafista di bordo Jack Beans trasmette il segnale CQD (CQ Distress – chiamata di soccorso) e riesce a mettere in salvo 742 passeggeri dalle navi Florida e Republic; e ancora la sciagura del Titanic nel 1912, quando grazie alla trasmissione radio si riescono a salvare circa un terzo dei passeggeri, 700 persone che, giunte a New York, celebrano Marconi come un vero e proprio eroe.
Era nato un nuovo mestiere: “il marconista” (in inglese “wireless operator”, “radio officer”, ma anche “Marconi man”), perché la compagnia Marconi non vendeva semplicemente gli apparati, ma il sistema, il servizio. Così, in effetti, tutti quelli che lavoravano con il sistema Marconi divenivano dei veri e propri “Marconi man”. Come Jack Beans, che fu giustamente premiato per il suo grande lavoro quella notte, anche Marconi fu premiato alla fine dell’anno per l’importanza che la sua tecnologia senza fili aveva acquisito. Questo riconoscimento gli permise di vincere il Premio Nobel per la Fisica, diventando il primo italiano a riceverlo in questa disciplina, a soli 35 anni.
E oltre alla sua azienda?
Ma dopo il Nobel, Marconi va in pensione? No. Nonostante il riconoscimento, Marconi continua a dedicarsi alla sua passione, esplorando sempre nuove frontiere nel campo del wireless. La sua lunga carriera lo porterà, tra le altre cose, a condurre esperimenti a bordo dell’Elettra, uno yacht della Prima Guerra Mondiale che trasformò in laboratorio galleggiante. Lì intraprenderà, negli anni ’20, campagne sperimentali sulle onde corte e poi sulle microonde. Vale la pena ricordare che una delle motivazioni che lo spinse a “rifugiarsi” su quella imbarcazione furono le preoccupazioni delle compagnie di comunicazione, che fino ad allora vivevano grazie alla telegrafia su filo e vedevano nel wireless una minaccia.

Naturalmente, Marconi non fu solo un pioniere della tecnologia: durante la Prima Guerra Mondiale, venne chiamato come diplomatico dall’Italia, essendo l’unico italiano di prestigio mondiale. Inoltre, il suo rapporto con il fascismo fu complesso, complicato e difficoltoso, come spesso accade con figure di grande rilievo.
Un altro aspetto fondamentale riguarda il passaggio dalla tecnologia del wireless alla nascita della radiofonia. Quando la radio diventa “la radio” — cioè, quando non è più solo telegrafia senza fili, ma anche voce e suoni — quale ruolo ha Marconi? Lui ha sicuramente un ruolo da imprenditore e un ruolo fondamentale nella nascita della BBC nel 1922. Inoltre, fu molto importante anche nella creazione dell’Unione Radiofonica Italiana, che sarebbe diventata la RAI nel 1924.

Oggi, a distanza di cent’anni dalla fondazione della radio italiana, possiamo dire che Marconi ha contribuito a scrivere una parte fondamentale della storia delle telecomunicazioni e della radiofonia.
La sala dei bachi, dove tutto ebbe inizio

La Sala dei Bacchi fu il primo laboratorio di Marconi, quando era giovane. Il nome “Sala dei Bacchi” derivava dal fatto che, prima di essere trasformata in un laboratorio, quella stanza veniva utilizzata per l’allevamento dei bachi da seta. Fu proprio qui che il giovane Guglielmo iniziò i suoi primi esperimenti, per poi spostarsi verso la celebre collina che si intravedeva dalla finestra, quasi come un segno del destino.

Marconi non era affatto un teorico: sin da giovane preferiva concentrarsi su ciò che realmente lo appassionava. Quando arrivò il momento di scegliere il suo percorso scolastico, decise di studiare solo le materie che gli interessavano. E, infatti, sebbene fosse molto bravo nelle materie matematiche e scientifiche, aveva lacune nelle materie umanistiche, lacune che non riuscì mai a colmare.

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Come si forma Marconi? La sua formazione avviene principalmente in laboratorio, dove ha l’opportunità di sperimentare grazie al supporto di un professore che gli consente di lavorare in un laboratorio scolastico. Inoltre, una grande risorsa per lui fu la rivista L’Elettricità, un settimanale che riportava tutte le principali invenzioni e sviluppi tecnologici dell’epoca. Proprio grazie a questa rivista, Marconi riuscì a costruire i suoi primi esperimenti, ampliando così la sua conoscenza e perfezionando le sue capacità tecniche.

Per esempio, uno degli strumenti chiave che Marconi utilizzò fu il coesore, un dispositivo semplice ma fondamentale. Si trattava di un tubetto di vetro contenente limatura metallica. Il coesore funzionava come un interruttore che veniva attivato dalla radiofrequenza: quando il segnale radio veniva ricevuto, la polvere all’interno del tubetto iniziava a condurre, mantenendo la conduzione finché non veniva dato un piccolo colpetto all’ampolla. Questo strumento divenne uno dei più studiati e utilizzati da Marconi, in particolare come “detector” per i segnali Morse.

Dopo l’epoca pionieristica dei primi esperimenti e i grandi successi come la traversata dell’Atlantico, l’evoluzione della telegrafia senza fili subisce una nuova accelerazione. Uno dei principali problemi che Marconi si trova a dover affrontare è la mancanza di sintonia tra le stazioni: quando più navi trasmettono contemporaneamente, i segnali si sovrappongono e diventano incomprensibili.

Nel 1900 Marconi brevetta un’invenzione fondamentale: il “circuito sintonico” (oggi chiamato “circuito di sintonia”), che consente di selezionare una determinata frequenza di trasmissione e ricezione. È il celebre brevetto numero 7777, noto anche come “brevetto dei quattro sette”. Grazie a questo sistema, le trasmissioni iniziano a diventare selettive, aprendo la strada a comunicazioni più ordinate e affidabili.

In parallelo, cresce l’importanza del marconista di bordo, figura professionale indispensabile su ogni nave. Nelle cabine radio si usano strumenti potenti e spesso rumorosi, come il rocchetto di Ruhmkorff, gli oscillatori a scintilla, le stampanti Morse, antenne lunghe anche oltre 180 metri (come sul Titanic), e naturalmente il coesore e poi i più moderni detector magnetici.
Grazie a questi sistemi, si moltiplicano le operazioni di salvataggio in mare: le navi iniziano a creare una vera e propria rete di assistenza. Gli incidenti si riducono e, nei casi peggiori, è ora possibile chiedere aiuto. Il drammatico incidente del Titanic (1912) e il salvataggio della nave Republic (1909) con Jack Binns al telegrafo sono esempi iconici del valore vitale del wireless in mare aperto.
Dalla telegrafia alla radiofonia
Negli anni ’20, la ricerca di Marconi prosegue a bordo del suo laboratorio galleggiante: lo yacht Elettra. Lì sperimenta le onde corte e, successivamente, le microonde. Le sue ricerche portano alla scoperta di nuove bande di frequenza, più adatte alla comunicazione a lunga distanza. È anche in questi anni che emergono le tensioni con le grandi compagnie dei cavi sottomarini, spaventate dal potenziale rivoluzionario del wireless.

Nel frattempo, la radio comincia a parlare. Dalla semplice trasmissione di segnali Morse, si passa alla modulazione della voce e della musica. Nasce così la radiofonia. Marconi, pur non essendo l’inventore diretto della radio “parlante”, gioca un ruolo fondamentale come imprenditore. Partecipa alla fondazione della BBC nel 1922 e ha un ruolo decisivo anche nella creazione dell’Unione Radiofonica Italiana, che diventerà RAI nel 1924.
Una figura pubblica e diplomatica
Durante la Prima Guerra Mondiale, Marconi mette le sue competenze al servizio dell’Italia anche come diplomatico. È una delle figure italiane più note a livello internazionale, e il suo prestigio è tale da essere coinvolto nei rapporti istituzionali e politici dell’epoca. Il suo rapporto con il regime fascista sarà complesso e controverso, ma è chiaro che, fino alla fine, manterrà un ruolo attivo nella vita scientifica e pubblica italiana.

L’ultima fase: la radio moderna
Nel 1904 arriva un’altra rivoluzione: la valvola termoionica. Grazie a questo componente si può finalmente amplificare il segnale, generare onde portanti stabili e trasmettere voce e musica in modo chiaro. Le prime radio a valvole sono costose, ma danno il via alla radio moderna. Per chi non poteva permettersi tali apparecchi, nasce il ricevitore a cristallo di galena, semplice e senza alimentazione, ma funzionante.

Marconi continua a seguire gli sviluppi della sua invenzione, supportando nuove tecnologie e creando rami aziendali dedicati, come Marconi Fono, che realizza i primi ricevitori radio commerciali. La radio diventa una presenza fissa nelle case, con modelli sempre più accessibili, dal V2 inglese al ricevitore italiano della URI del 1925, fino ai modelli degli anni ’30 e ’40, come quelli prodotti dalla Ducati, anche per scopi militari.
L’eredità
Alla morte di Marconi, nel luglio 1937, le radio di tutto il mondo si spengono per due minuti in un gesto simbolico: il silenzio dell’etere, come prima della sua invenzione. Nel 1941, la sua salma viene trasferita nel mausoleo realizzato accanto a Villa Griffone, oggi sede della Fondazione Guglielmo Marconi, dichiarata monumento nazionale.

Marconi non è stato solo il pioniere della radio, ma l’artefice di un intero sistema di comunicazione globale. E la sua figura rimane centrale anche oggi, a 150 anni dalla sua nascita, in un anno che celebra anche i 100 anni della radio italiana.
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